Sorgent.e sbarca in Colombia

Continua la crescita all’estero per il gruppo Sorgent.e che dopo Cile, Perù, Equador e Costa Rica continua a guardare con forte interesse al mercato Centro e Sud Americano.

è di questi giorni la firma da pare di Sorgent.e di un accordo in Colombia per dare vita ad una joint venture con l’utility locale ISAGEN per realizzare congiuntamente nuove centrali idroelettriche di potenza unitaria inferiore ai 30 megawatt.

L’importante accordo è il riconoscimento della capacità e della leadership tecnologica di Sorgent.e nel mini–hydro, riconosciuta e valorizzata dalla importante società colombiana che si colloca tra i primi produttori idroelettrici del paese sudamericano, con un track record di importanti centrali “Large”, e che affidandosi ad un esperto partner, vuol estendere la propria presenza a questo nuovo segmento di mercato in modo da poter raccogliere i vantaggi di un investimenti ad alto valore aggiunto sia tecnologico che di performance reddittuali.

La Colombia rappresenta la terza economia dell’America Latina con una crescita del PIL nel 2012 del 4,5% e una domanda di energia che negli ultimi dieci anni è cresciuta costantemente del 2,5% medio all’anno e che con la prossima realizzazione dell’interconnessione con Panama aumenterà la possibilità di vendere energia all’estero.

Il potenziale idroelettrico del paese è molto elevato, basti considerare che il 70% della capacità totale installata è dato da energia idroelettrica e solamente il 10% di questa è costituito da centrali con una potenza unitaria inferiore ai 20 MW.

Intervistato da alcuni quotidiani nazionali sulla crescita di Sorgent.e e sull’apertura verso i nuovi mercati, Daniele Boscolo Meneguolo, CEO di Sorgent.e ha dichiarato:

«Come crescere in un mercato in difficoltà? Volendo semplificare, potrei dire che bisogna avere il prodotto migliore, nel mercato migliore e nel momento migliore» sostiene il manager. Più facile a dirsi che a farsi, guardando lo stato di salute del settore. «I mercati si muovono con velocità imprevedibile, e questo ha messo fuori gioco molte aziende» conclude Boscolo. «La nostra scelta, da tempo, è stata quella di internazionalizzarci, diversificare i settori presidiati e puntare sull’eccellenza tecnologica.»